In biblioteca a Novazzano troviamo molti titoli di Natasha Solomons, iniziando da “I Goldbaum”, il suo convincente romanzo d’esordio. Con il successivo “Casa Tyneford” si viene decisamente conquistati. Vi si narra la vicenda di Elise Landau, nata a Vienna negli agi di una famiglia borghese ebraica (la madre una cantante lirica, il padre scrittore). Nel 1938, intuendo l’imminente catastrofe, i genitori riescono a fare fuggire le due figlie: Margot, col marito, negli Stati Uniti ed Elise in Gran Bretagna, collocata a servizio in casa di un vedovo benestante sulle coste del Dorset. Tutto il romanzo è pervaso da un clima di nostalgia e incertezza, tuttavia sempre velate di speranza. Con l’eco costante delle vicende belliche a fare da sottofondo, Elise ti prende per mano e ti accompagna nel suo personale percorso di crescita e di adattamento alla situazione che l’autrice descrive con eccellente sensibilità, profondità e finezza. Che dire: il lettore ne rimane affascinato.
Per contro, nel recente “Romeo e Rosalina” questa stessa autrice ti lascia un poco basito … e si arriva all’ultima pagina con un certo affanno. La riscrittura della storia di Giulietta e Romeo non risulta una lettura sempre gradevole: i personaggi hanno caratteri ambigui, a volte poco credibili, un po’ troppo “moderni” -forse - per la collocazione storica ed anche un tantino “sopra le righe” per essere usciti dalla penna di un’autrice che sembrava… diversa. Non è scontato riuscire a condividere questa rivisitazione dell’opera shakespeariana proposta dalla Solomons, alla quale comunque penso che varrà la pena concedere il beneficio del dubbio, attendendo con piacere una sua prossima uscita.
DiEmme, maggio 2024